« Per inalzar dunque il detto Piedestallo fu tenuto il modo seguente; Sappiasi per tanto, che la sua elevazione è stata poco disimile da quella della Colonna, mentre ha servito non solo il medesimo Castello, ma hanno anche servito li medesimi Ordigni, et atrezzi, per il che essendo stato armato tutto attorno con Telaroni di legno, per la custodia delle Sculture, et imbragato sotto con grossi ferri, larghi per ogni verso oncie sette, furono ai medesimi investiti i Canapi Maestri ben girati, et intorcinati, et ad essi venivano fermati i Traglioni doppii, i Canapi de' quali andavano al lavoro d'otto Argani guidati, e girati da 240 Uomini in tutti, e disposti nei luoghi medesimi dove erano nell'elevazione, et abbassamento della Colonna, eccettuati però quelli, che si posero nella strada di Campo Martio, quali non bisognorno. Giunta dunque la mattina del Sabbato 19 d'ottobre dell’anno 1705 fu data la Benedizione agl'operarii, et agl'ordigni da un Reverendo Sacerdote dei PP. della Missione, vestito con Cotta, e Stola, indi si diede principio al detto inalzamento con la principale direzzione, Assistenza, et Ammaestramento del famoso Architetto, essendo regolati gllOperari dal suono della Tromba, che dava segno al lavoro, e del Tamburro, che ordinava il fermarsi, avendo voluto il Sig. Cavalier Francesco Fontana con sommo, e prudente previdimento mutare il suono della Campanella usata nell'Elevazione della Colonna, per il disordine, che vi nacque dal suono della vicina Campanella delle Monache di Campo Martio, udita la quale si fermarono dal lavoro tutti gllArgani, e se per sorte non desistevano dall'operare tutti egualmente, poteva da quest'errore innocente cagionarsi qualche gran Male. Or vedasi se a quanti Accidenti soggiacciono le publiche Operazioni; Per evitare dunque un simile equivoco volle in questo secondo inalzamento il detto Signor Cav. servirsi, come si è detto, del Tamburo ». (da Carlo Fontana, Discorso sopra l'antico Monte Citatorio, Roma 1708, pag. 50).