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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Adriano Mari

Nasce a Firenze il 6 dicembre 1813
Deceduto a Fiesole (Firenze) il 24 luglio 1887
Laurea in Giurisprudenza; Avvocato

IX Legislatura del Regno d'Italia

Tornata dell'11 dicembre 1865

La IX legislatura, seconda del Regno d'Italia, è la prima inaugurata a Firenze dopo il trasferimento della capitale da Torino. A seguito delle elezioni dell'ottobre 1865, la nuova composizione della Camera rende abbastanza incerta l'individuazione del candidato alla Presidenza. Il 6 dicembre l'Assemblea elegge, al terzo scrutinio, il fiorentino Adriano Mari Presidente, con 141 voti su 283 votanti. L'elezione, avvenuta con un margine molto ristretto rispetto ai 132 voti accordati ad Antonio Mordini, incontra sia l'opposizione della sinistra, sia quella dei sostenitori di Rattazzi. A dirigere i lavori della prima sessione parlamentare a Firenze è chiamato, quindi, un fiorentino, quasi per allontanare, con un omaggio alla nuova capitale del Regno, il ricordo degli scontri e delle manifestazioni che avevano accompagnato la designazione della nuova sede. Il neoeletto Presidente, preoccupato per questi episodi, nel suo discorso di insediamento ricorda ai deputati che l'inalienabile diritto all'espressione delle proprie opinioni deve trovare un limite nella necessità di raggiungere un accordo che renda possibile la formazione di una maggioranza. Infatti, secondo Mari, una Camera frenata dalle divisioni dei partiti non è in grado di emanare buone leggi e di sostenere un governo forte e duraturo. Egli invita, dunque, quanti sono chiamati alla guida dello Stato a cercare una strada comune, almeno fra gli esponenti della stessa fede politica, così da esprimere quel governo stabile di cui l'Italia ha tanto bisogno, per «provvedere al benessere del popolo, al decoro ed alla grandezza della nazione».

IX Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 21 dicembre 1866

Il 18 dicembre 1866, a un anno di distanza dalla prima elezione, Adriano Mari torna a ricoprire la carica di Presidente della Camera anche nella seconda sessione della legislatura, con 156 voti su 253 votanti, contro i 68 ottenuti da Francesco Crispi. Dal mese di novembre è cambiata anche la situazione nazionale con la terza guerra d'indipendenza: nell'emiciclo siedono i rappresentanti del Veneto, alla cui annessione si è arrivati in seguito a un discusso accordo di pace, che ha previsto la cessione della regione attraverso Napoleone III e la presa in carico, da parte dell'Italia, del suo considerevole debito pubblico. Nel discorso di insediamento Mari sottolinea come i deputati possano ora volgersi all'opera di risanamento del bilancio dello Stato ed a migliorare l'efficienza dell'amministrazione pubblica. Invita tutti a lavorare per raggiungere tale scopo, dimostrando ancora una volta la capacità di superare le divisioni fra partiti che ha consentito la nascita della nuova Nazione.