Il 1° dicembre 1904 l'Assemblea elegge Giuseppe Marcora Presidente della Camera dei deputati con 292 voti su 445 votanti. Nella seduta del giorno successivo Marcora rivolge ai deputati il discorso di insediamento nel quale ringrazia innanzitutto il predecessore, Giuseppe Biancheri, e ricorda Giuseppe Zanardelli, scomparso l'anno precedente. Invita poi l'Assemblea a facilitare il suo compito, impegnandosi a garantire equilibrio ed imparzialità. Obiettivo della nuova Camera è «preparare, con concordia di pensiero e di opere, quelle maggiori riforme che il paese da tempo reclama». Egli ritiene che per conseguire questo risultato, che accrescerà «il credito e il prestigio dello stesso Parlamento», non sono da temere la diversità delle opinioni né la distinzione di partiti che da essa deriva, giacché le differenze costituiscono «la maggiore guarentigia della sincerità delle istituzioni parlamentari».
A seguito delle dimissioni irrevocabili del Presidente della Camera Biancheri per motivi di salute, nella seduta del 2 febbraio l'Assemblea è chiamata nuovamente ad eleggere il proprio Presidente. Risulta eletto, per la seconda volta, Giuseppe Marcora, con 229 voti su 353 votanti. Il 5 febbraio Marcora pronuncia il discorso di insediamento, nel quale ringrazia il predecessore Biancheri, che per oltre un ventennio ha guidato i lavori della Camera e gli augura «lunga e prospera vita», impegnandosi a seguirne l'esempio, ispirato a competenza ed imparzialità. Si sofferma in particolare sul fatto che di fronte agli eletti vi sono i compiti che incombono allo Stato moderno; il legislatore, quindi, deve essere pronto a cogliere i bisogni che si manifestano nel corpo sociale, ascoltando le voci della pubblica opinione e della stampa, «che ne è la illuminata e sollecita interprete ». Urgono - secondo il Presidente - riforme sociali e giudiziarie, opere pubbliche e misure tributarie, indispensabili affinché la prosperità economica, che «si afferma rigogliosa in parecchie regioni», possa essere condivisa da tutta la Nazione.