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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Giuseppe Biancheri

XV Legislatura del Regno d'Italia

Tornata dell'8 aprile 1884

Presidente. (Segni d'attenzione) Onorevoli colleghi! - L'adempimento di un dovere che da Voi mi viene imposto, non vaghezza di onori da me né ricercati, né ambiti, mi riconduce a questo seggio che modestamente già occupai, ed oggi modestamente riprendo. Al sentimento del dovere unicamente obbedisco nell'assumere l'alto, onorevolissimo ufficio che mi avete affidato; e se le esigue mie forze parranno impari al disimpegno di così arduo mandato, nel sentimento del dovere attingo ardimento a sperare che da voi, nel culto del dovere educati, non mi verrà mai negato un compatimento benigno ed una benevolenza indulgente. Mi confortano in questa speranza, e il dolce ricordo di amicizie carissime, e la consuetudine gradita di personali relazioni, delle quali ognora mi compiacqui come di singolare onoranza. Con animo riverente invoco da voi fiducia ed appoggio. Mi assicura di non esserne indegno la lealtà dei propositi, gli intendimenti retti, la coscienza intemerata e pura con cui mi consacro ai vostri lavori. (Benissimo! Bravo!) Fermo irremovibile nel voler compiere scrupolosamente il mio dovere, in tutto e verso tutti, trarrò esempio dall'illustre mio predecessore Domenico Farini che, con desiderio ardentissimo, mi studierò di imitare; senza che mai mi sia dato emularlo nella nobiltà del suo ingegno e delle sue doti preclare. (Benissimo!) Ho fede in me stesso per esser certissimo che saprò mostrarmi giusto, retto, imparziale; l'imparzialità non tanto dal dovere mi è imposta e dalla coscienza richiesta, quanto severamente la esige l'indole mia, schiva onninamente da qualsiasi passione di parte. (Bravo!) Cresciuto nell'affetto delle libere istituzioni, manterrò invulnerata quella libertà di discussione che n'è il fondamento e il prestigio e quella libertà di parola che tuteli ogni diritto legittimo ed ogni onesta opinione. Rispettoso e deferente presso di voi rappresentanti della nazione, sarò pur lieto di darvi ogni prova della mia devozione e attestarvi in quanto pregio io tenga le private relazioni, di cui confido non vorrete cessare di onorarmi. Se, animato da questi intendimenti, ai quali non dubito di mai venir meno, potrò meritare la vostra fiducia, dalle rinvigorite mie forze sentirò accrescersi la mia lusinga di poter forse non deludere la vostra aspettazione. Se mi vorrete concedere anche la impetrata vostra benevolenza, avrò consegnato la ricompensa a me più cara, quella di cui, con orgoglio, vorrei poter menar vanto. Onorevoli colleghi, nelle lotte, non di rado vivaci, che si combattono entro quest'Aula, ho sempre avvertito che un luminoso pensiero rischiara le vostre contese, il pensiero del bene della patria che scalda il cuore ed illumina la mente di voi tutti; se difatti vi scorgo divisi nella ricerca dei mezzi, uniti e concordi vi veggo mirare ad un unico intento, la prosperità e la grandezza di questa nostra dilettissima Italia. Nel rendere testimonianza sincera e solenne al caldo patriottismo, alla virtù del sacrifizio, agli intendimenti retti, elevati, che riconosco ed ammiro in ogni parte di questa nostra Assemblea, vi indirizzo, onorevoli colleghi, i miei auguri ed i miei voti più fervidi perché possiate dell'opera vostra raggiungere l'ambìto successo. Me felice, se potrò, mercè vostra, vantarmi ancor io di aver servito utilmente il Re e la patria. (Bravo! Benissimo! - Applausi vivissimi e prolungati)